La mafia è un cancro, ma è l’interesse privato che sta distruggendo la città

10943669_10152555786196135_3814901679192509548_nA ‪‎Mantova‬ da anni comandano gli interessi privati mentre la città è diventata terra di conquista, di spartizione e di clientelismo grazie al contributo di politicanti di ogni risma. Cosa sarebbe successo se il partito trasversale del cemento (saldamente al potere da anni nonostante l’avvicendamento degli schieramenti) non avesse avviato l’operazione Lagocastello o la svendita di piazzale Mondadori? Quello che è certo è che ci sarebbero state molte meno occasioni per il sodalizio tra ‘ndrangheta e politica che si delinea dai dettagli sempre più inquietanti dell’inchiesta Aemilia, che vede coinvolto anche il “Sindaco” Sodano‬.

Qui sta il punto fondamentale: la mafia è un cancro, la degenerazione massima di un sistema basato sul profitto, ma è l’interesse privato che sta distruggendo la città. Lagocastello e piazzale Mondadori erano, sono e resteranno scelte distruttive anche se non ci fosse dietro l’ndrangheta. Per questo sono e restano sullo stesso piano dell’operazione Esselunga‬o della lottizzazione Lago Paiolo. Questa amministrazione andava dunque cacciata quando privatizzava l’acqua dei mantovani o imponeva un nuovo pgt cementificatore: le mozioni di sfiducia a tempo scaduto così come le richieste di dimissioni sono legittime, ma arrivano tardi e hanno solo un obiettivo politico-elettorale che poco cambia la situazione. In una città dove viene messo al primo posto l’interesse pubblico, la partecipazione dei cittadini, la difesa dei beni comuni e una sana e corretta informazione non ci sarebbe semplicemente lo spazio per questo genere di situazioni. Una città del genere non è un sogno, è una realtà realizzabile: non ci sono illusioni o scorciatoie elettorali, ma la si può conquistare solo se tutte/i ci impegneremo a spazzare via la mentalità che sta portando Mantova al declino.