No Tav: ne va della libertà di tutti

Oggi pomeriggio abbiamo volantinato in stazione ferroviaria a Mantova in solidarietà al movimento No Tav vittima di un pesante attacco repressivo. In Val di Susa da vent’anni c’è una popolazione che si oppone alla devastazione del territorio per un’opera, il Tav, che ogni giorno di più dimostra di essere inutile ed un regalo per i costruttori: una “grande opera” di spreco che toglie risorse a chi ha bisogno del treno per spostarsi. Con la stessa modalità a Mantova e in tutta Italia sono stati lasciati andare alla deriva beni comuni come il trasporto pubblico locale e il servizio idrico per poter favorire le privatizzazioni. Anche il territorio è stato vittima di continue speculazioni che hanno rovesciato sulla città valanghe di cemento: lo stesso Tav promette di aggredire anche le colline moreniche.
Solo in Lombardia tra il 2011 e il 2012 sono state aumentate le tariffe ferroviarie del 23,4%. Nel 2012 la regione ha stanziato solo lo 0,51% del proprio bilancio per il sistema ferroviario e zero euro per nuovi treni.  Negli ultimi anni il numero dei treni che collegavano Mantova al resto del Paese è stato inoltre progressivamente ridotto. Il Paese che glorifica le “frecce rosse” e il “Tav”, si permette di colpire gli interessi di pendolari e studenti facendo tornare Mantova ai tempi della “strada ferrata”.
Studenti, lavoratori pendolari e ferrovieri che da anni sperimentano il regime di tagli, rincari e disservizi che è stato imposto per sostenere nuovi operatori privati e, soprattutto, la costruzione del treno ad alta velocità: a partire da loro sono migliaia i “potenziali” No Tav che hanno toccato con mano la devastazione del territorio e dei servizi pubblici; insieme a loro tutti i cittadini onesti che sanno riconoscere sprechi e mafia.trenotav

Il movimento No Tav è dunque sotto attacco: non più solo con la criminalizzazione mediatica, ma con accuse pesanti che arrivano ad imputare di terrorismo chi si oppone al progetto. Ai numeri da accanimento repressivo -migliaia di indagati, 600 imputati e processi in aule bunker -si è aggiunto un nuovo capitolo: dopo mesi di criminalizzazione mediatica, il 9 dicembre, Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò, vengono arrestati su mandato della Procura di Torino, con l’accusa di “attentato con finalità di terrorismo” per aver partecipato ad una manifestazione contro il cantiere avvenuta nella notte fra il 13 e il 14 maggio. Vengono utilizzati per la prima volta in Italia articoli di legge che definiscono “terrorista” qualsiasi forma di resistenza a quanto deciso dai poteri economici e politici. Ogni imposizione dello Stato concede tutt’al più la lamentela, ma non l’opposizione attiva. Si sperimentano nuovi modelli repressivi che potranno essere applicati in futuro ad ogni forma di dissenso.
Il 22 febbraio dalla valle è stata proclamata una giornata di mobilitazione e solidarietà con i quattro accusati di terrorismo e con tutto il movimento No Tav.

Ne va della libertà di tutti.
Un torto fatto a uno è un torto fatto a tutti.

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