PROCESSO PESCI: A MANTOVA LA MAFIA C’È

21766765_1689765314399117_8500159465119029713_nLa sentenza di Brescia del processo “Pesci” ha confermato un sentore che molti cittadini avvertono da tempo:  a Mantova la Mafia c’è.

Esiste e prospera da decenni, nonostante l’ex sindaco Sodano dichiarasse “di non sentirne il profumo”: gli intrighi sempre più evidenti tra cattiva economia e cattiva politica attirano le mafie che, come un male, trovano gioco facile nell’ infettare il corpo vivo della società. Gli esempi di questo rapporto politico-economico, limitandoci solo alla città capoluogo, non mancano di certo: dalla speculazione CoopSette/Esselunga a Porta Cerese alla devastazione di Piazzale Mondadori passando per la privatizzazione di Tea Acque. Troppe volte abbiamo visto le amministrazioni di centrosinistra e di centrodestra rinunciare al loro ruolo di espressione delle comunità locali per favorire gli interessi privati di pochi; in questo cedimento della democrazia e della partecipazione davanti al profitto, le mafie trovano terreno fertile. La magistratura ha fatto il suo lavoro, dimostrando che gli anticorpi esistono ancora, ma non è abbastanza: la voce dei cittadini si è fatta sentire, benché spesso frammentata o ondivaga, e la politica spesso è rimasta in silenzio o ha balbettato in modo poco deciso.

È evidente a tutti l’enorme fattore di rischio di diversi appalti, cantieri edilizi e grandi opere di ieri e, purtroppo, di oggi. Per combattere le mafie, tutte le mafie che distruggono il territorio, non bastano le sentenze della Magistratura, ma  serve la partecipazione attenta e indignata di tutte e tutti per colmare i vuoti lasciati dalla politica, riconquistare i beni comuni e far valere gli interessi dei cittadini e dei lavoratori.

Moglia: Ambiente e Mafie – responsabilità collettiva e difesa del nostro territorio

12794524_1054762077899447_5380870763903641018_nGiovedì sera siamo intervenuti all’incontro “Ambiente e Mafie – responsabilità collettiva e difesa del nostro territorio” organizzato dal Comitato Civico per l’Ambiente e la Salute di Moglia – MN. Oltre ad Emanuele Bellintani in rappresentanza di eQual, hanno partecipato come relatori anche Luigi Caracciolo, scrittore e docente di scienze criminali, il giornalista Donato Ungaro e Mons. Paolo Gibelli.

Nel nostro intervento abbiamo sottolineato come la mafia trovi terreno fertile laddove esiste un pericoloso sodalizio tra “cattiva politica” e “cattiva economia” che privatizza e devasta i territori. Gli esempi, limitandoci solo alla città capoluogo, non mancano di certo: dalla speculazione CoopSette/Esselunga a Porta Cerese alla devastazione di Piazzale Mondadori passando per la privatizzazione di Tea Acque. Troppe volte abbiamo visto le amministrazioni rinunciare al loro ruolo di espressione delle comunità locali per favorire gli interessi privati di pochi.
Per fermare questa spirale non ci sono scorciatoie: serve la partecipazione attenta e indignata di tutte e tutti per colmare i vuoti lasciati dalla politica, riconquistare i beni comuni e far valere gli interessi dei cittadini e dei lavoratori.

Un ringraziamento particolare a Marco Capelli del Comitato di Moglia e a Sara Donatelli del movimento Agende Rosse per l’ottima conduzione della serata.

La mafia è un cancro, ma è l’interesse privato che sta distruggendo la città

10943669_10152555786196135_3814901679192509548_nA ‪‎Mantova‬ da anni comandano gli interessi privati mentre la città è diventata terra di conquista, di spartizione e di clientelismo grazie al contributo di politicanti di ogni risma. Cosa sarebbe successo se il partito trasversale del cemento (saldamente al potere da anni nonostante l’avvicendamento degli schieramenti) non avesse avviato l’operazione Lagocastello o la svendita di piazzale Mondadori? Quello che è certo è che ci sarebbero state molte meno occasioni per il sodalizio tra ‘ndrangheta e politica che si delinea dai dettagli sempre più inquietanti dell’inchiesta Aemilia, che vede coinvolto anche il “Sindaco” Sodano‬.

Qui sta il punto fondamentale: la mafia è un cancro, la degenerazione massima di un sistema basato sul profitto, ma è l’interesse privato che sta distruggendo la città. Lagocastello e piazzale Mondadori erano, sono e resteranno scelte distruttive anche se non ci fosse dietro l’ndrangheta. Per questo sono e restano sullo stesso piano dell’operazione Esselunga‬o della lottizzazione Lago Paiolo. Questa amministrazione andava dunque cacciata quando privatizzava l’acqua dei mantovani o imponeva un nuovo pgt cementificatore: le mozioni di sfiducia a tempo scaduto così come le richieste di dimissioni sono legittime, ma arrivano tardi e hanno solo un obiettivo politico-elettorale che poco cambia la situazione. In una città dove viene messo al primo posto l’interesse pubblico, la partecipazione dei cittadini, la difesa dei beni comuni e una sana e corretta informazione non ci sarebbe semplicemente lo spazio per questo genere di situazioni. Una città del genere non è un sogno, è una realtà realizzabile: non ci sono illusioni o scorciatoie elettorali, ma la si può conquistare solo se tutte/i ci impegneremo a spazzare via la mentalità che sta portando Mantova al declino.

L’operazione Antimafia e il Partito del Cemento di Mantova

10943669_10152555786196135_3814901679192509548_nNella Regione delle tangenti, degli appalti truccati, della vergogna dell’Expo e delle infiltrazioni mafiose che hanno coinvolto imprenditori privati, leghisti, forzisti e democratici, mancava il tassello politico mantovano. La notizia del coinvolgimento del Sindaco di Mantova nell’inchiesta sulle cosche mafiose all’interno delle istituzioni è un caso senza precedenti.

L’avviso di garanzia per corruzione recapitato al Sindaco Sodano, il fermo di polizia di un noto imprenditore del mattone ed il sequestro di tutti i documenti relativi alla lottizzazione Lagocastello dell’epoca Burchiellaro, non sono fulmini a ciel sereno, ma conferme. In questi anni abbiamo ripetuto l’esistenza di profonde ed inquietanti connessioni tra il mondo dell’imprenditoria e quello della politica che, in più di un caso, sconfinano nella malavita organizzata a danno del bene comune dei cittadini. L’abbiamo scritto nel nostro dossier sul cemento a Mantova parlando apertamente di un trasversale “Partito del Cemento”, l’abbiamo ripetuto durante l’approvazione del Pgt in Comune facendoci cacciare dall’aula e nelle prese di posizione contro le nuove speculazioni edilizie. Due mesi fa, infine, abbiamo fatto irruzione in consiglio comunale, per denunciare sconti e favori che l’amministrazione pratica per gli amici.
Si alzeranno di colpo tutti i distinguo del caso da parte dell’ormai defunto centrodestra vincente nel 2010, ma la verità è che partiti e rappresentanti politici si sono spartiti assessorati, commissioni e posti nei consigli di amministrazione, salvo poi abbandonare lentamente la nave come topi quando questa ha iniziato ad imbarcare acqua. Tutti uniti e quindi tutti coinvolti, fino ad almeno il 2013 per offrire cemento, supermercati, telecamere, parcheggi a pagamento e “favori”.

Qualcuno ne ha tratto vantaggi? Non certo Mantova e i suoi cittadini che hanno pagato e continuano a pagare per speculazioni dissennate e scelte “poco illuminate” che non sono di certo limitate all’amministrazione uscente. E mentre continuiamo il nostro impegno affinché si pensi realmente a chi vive e abita la città e si coinvolgano i cittadini nelle scelte che riguardano la loro vita, speriamo che questa indagine fermi quelle azioni amministrative che di solito vengono realizzate a fine mandato per “rendere favori” e/o per vincolare la città a scelte che la segnerebbero pesantemente negli anni successivi.

Expo 2015: nutrire il pianeta o riempire le tasche di pochi?

A meno di un anno dall’inizio ufficiale, Expo 2015 è continuamente nell’occhio del ciclone e non solo per i ritardi nei cantieri. Nuovi arresti eccellenti seguono quelli di marzo e confermano quanto diciamo da tempo insieme alle reti di associazioni e movimenti che si battono contro la devastazione dell’esposizione universale: Expo 2015 serve unicamente per la distribuzione clientelare di ingenti risorse pubbliche e ha come unico risultato la devastazione ambientale e la creazione di nuovo debito pubblico.

Al di là delle belle parole sui temi dell’Expo e sulle prospettive di sviluppo e rilancio dei territori, interessi e affari veri sono altrove: strade, case, centri commerciali, poltrone in Spa e visibilità per i politici; senza dimenticare l’esercito di volontari e precari che verranno assunti prima e durante la manifestazione. Non siamo davanti a poche mele marce, ma ad un collaudato sistema di potere economico e politico che si scambia favori per continuare ad arricchirsi oscenamente in piena crisi: centrodestra e centrosinistra, tutti dentro con le proprie “clientele” imprenditoriali.

In tutto questo c’è anche l’enigma di Mantova: su Expo per fortuna il sistema economico e politico mantovano è in ritardo come i treni della Mantova-Milano, ma un po’ tutti, dal centrodestra al centrosinistra, sono entusiasti e pronti a saltare sul carro della manifestazione. Cosa succederà dato che ci sono in ballo fondi pubblici e privati per una serie di progetti (la maggior parte campati per aria) legati a Expo 2015?; tutto questo va in onda mentre viene ripetuto che non ci sono soldi per disoccupati, senza casa e si taglia su scuola e sanità.
Mantova ha vissuto anni di speculazioni edilizie e “favori” politici: davanti all’indecoroso spettacolo milanese, contrastare Expo 2015 ed ogni nuovo spreco, opera inutile o progetto di “favore” realizzato sul suolo Mantovano diventa un dovere morale e politico di tutte e tutti.