UN PARCO DI MILLE COLORI 2^ EDIZIONE

parcomillecoloriGiochi di gruppo, colori, una sana merenda, musica, laboratorio su api e semi hanno riempito il parco di San Benedetto Po lo scorso sabato in occasione dell’iniziativa promossa dai volontari e le volontarie del GAS Il Filo di Paglia, progetto dell’associazione eQual.

Una proposta concreta per stimolare la curiosità, il dialogo,la partecipazione dei bambini e dei genitori alla vita condivisa del parco e alla cura dei beni comuni: sono nate proposte per il futuro che sottoporremo agli altri genitori e alla cittadinanza, abbiamo seminato insieme prospettive per rendere migliore il parco a beneficio di tutti. Siamo convinti che dai piccoli come dai grandi problemi se ne esca insieme costruendo dialogo, solidarietà e coltivando il cambiamento.

Ringraziamo di cuore le mamme, i papà, i volontari, gli artisti, gli attivisti, le associazioni che hanno contribuito a realizzare questa giornata, ma soprattutto i bambini che ci hanno arricchiti con i loro sorrisi, le loro domande e la loro curiosità.

Rimanete collegati a questa pagina e a quella del GAS il filo di paglia per le prossime iniziative.

Mantova Capitale…della sanità privata

sanita-privataNella nostra Provincia gli “imprenditori della salute” celebrano il macabro risultato di essere ormai arrivati a gestire il 38% dei ricoveri ed il 42% delle prestazioni ambulatoriali con profitti milionari, mentre in Italia aumenta il numero di cittadini che non possono permettersi il diritto alla salute e la sanità pubblica crolla sotto i colpi dei tagli e della mala-politica.

L’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) sceglie Mantova per spegnere cinquanta candeline, un lasso di tempo enorme in cui le realtà private sono riuscite a farsi largo grazie all’aiuto della politica che ha gestito male il pubblico piazzando i propri fedelissimi e ha tagliato le risorse, distruggendo un bene comune come la Salute dei cittadini. La strategia base per la privatizzazione purtroppo la conosciamo da tempo: tagliare i fondi, fare in modo che le cose non funzionino e sull’onda del malcontento generale consegnare il tutto ai privati.
Ed oggi anche il Poma è sotto organico, regna la precarietà lavorativa e i posti letto pubblici sono stati dimezzati in 15-20 anni; il tutto è stato fatto per favorire in ogni modo il “privato virtuoso”.

In un mondo normale, imprenditori che fanno profitto sulla salute dei cittadini avrebbero quantomeno vergogna, in questa Italia festeggiano e si celebrano accostandosi a Mantova Capitale della Cultura. Vogliamo un servizio sanitario pubblico, di qualità, accessibile e gestito in base ai bisogni dei cittadini e non dei guadagni del privato.

Moglia: Ambiente e Mafie – responsabilità collettiva e difesa del nostro territorio

12794524_1054762077899447_5380870763903641018_nGiovedì sera siamo intervenuti all’incontro “Ambiente e Mafie – responsabilità collettiva e difesa del nostro territorio” organizzato dal Comitato Civico per l’Ambiente e la Salute di Moglia – MN. Oltre ad Emanuele Bellintani in rappresentanza di eQual, hanno partecipato come relatori anche Luigi Caracciolo, scrittore e docente di scienze criminali, il giornalista Donato Ungaro e Mons. Paolo Gibelli.

Nel nostro intervento abbiamo sottolineato come la mafia trovi terreno fertile laddove esiste un pericoloso sodalizio tra “cattiva politica” e “cattiva economia” che privatizza e devasta i territori. Gli esempi, limitandoci solo alla città capoluogo, non mancano di certo: dalla speculazione CoopSette/Esselunga a Porta Cerese alla devastazione di Piazzale Mondadori passando per la privatizzazione di Tea Acque. Troppe volte abbiamo visto le amministrazioni rinunciare al loro ruolo di espressione delle comunità locali per favorire gli interessi privati di pochi.
Per fermare questa spirale non ci sono scorciatoie: serve la partecipazione attenta e indignata di tutte e tutti per colmare i vuoti lasciati dalla politica, riconquistare i beni comuni e far valere gli interessi dei cittadini e dei lavoratori.

Un ringraziamento particolare a Marco Capelli del Comitato di Moglia e a Sara Donatelli del movimento Agende Rosse per l’ottima conduzione della serata.

Expo 2015: affonda il padiglione galleggiante

expomongolfieraLa voce girava già da qualche settimana, ma ora è una conferma: il padiglione galleggiante di Expo 2015 non si farà. A soli quattro mesi dall’inaugurazione della controversa esposizione internazionale non ci sono i soldi per realizzarlo, né la gara d’appalto per costruirlo. Quando nella nostra inchiesta di settembre (bit.ly/inchiestaEXPO) denunciavamo l’insensatezza del progetto e la mancanza di una adeguata copertura economica avevamo visto bene cosa stava succedendo.

Il progetto del padiglione galleggiante non ha mai entusiasmato i mantovani a partire dal fatto che il tema Expo è distante dal nostro territorio e, man mano che ci si avvicina all’evento, questo sia sempre più sinonimo di corruzione, speculazione e precarietà lavorativa. Inoltre l’opera sul lago inferiore non è mai stata ben definita: prima una torre, poi una “più economica” piazza con mongolfiera; una costosissima e inutile opera in mezzo al lago che anziché evocare i padiglioni galleggianti dei Gonzaga sarebbe finita a fare da “ponte” ideale tra il castello di San Giorgio e le fabbriche Burgo e Ies, cancellate dalla geografia operaia della città.

Economicamente si trattava di uno “scherzetto” da 350mila/450mila euro (nelle ultime dichiarazioni ridotti a 320.000 euro) cosi ripartiti: la Camera di Commercio 50mila euro, la Provincia 20mila, il Comune 20mila, la Fondazione Cariplo 75mila e il Parco del Mincio 10mila euro assieme a Confindustria. Ad oggi 40.000 euro sono già stati versati dal Politecnico direttamente all’archistar portoghese Souto De Moura che ha ottenuto anche la cattedra all’Università di Mantova. Per confermare una attitudine tutta “provinciale” sembra inoltre che “l’attrazione” mantovana per l’Expo sarà ridotta al mulino galleggiante di Revere in trasferta sui laghi cittadini; questo insieme al “museo del maiale in 3D” per la cui realizzazione è stato aperto un bando creativo.

Se da un lato siamo soddisfatti perché un’opera inutile non verrà realizzata, dall’altro assistiamo all’ennesimo fallimento della classe dirigente locale. Quanto tempo ed energie sono stati spesi per questo buco nell’acqua? Mantova è stata martoriata dalla crisi e da un ventennio di cemento e privatizzazioni mentre grazie a (im)prenditori avidi e una classe politica complice il tessuto sociale è andato in pezzi e le fabbriche e le sicurezze sociali stanno scomparendo.
Ci ripetono che non ci sono soldi per la ristrutturazione delle case pubbliche, per la messa in sicurezza del territorio o per la ripubblicizzazione dei beni comuni come l’acqua e la sanità, mentre non passa giorno senza che qualche inchiesta giudiziaria scopra come ingenti fondi pubblici siano utilizzati per speculazioni e grandi opere inutili: per questo siamo convinti che Expo 2015 puzzi di marcio, dalla testa milanese fino ad arrivare a Mantova.
Un atto dovuto, di dignità e di giustizia sociale sarebbe quello di destinare tutti i fondi stanziati per l’improbabile padiglione galleggiante alle vere emergenze sociali del territorio: casa, lavoro e tutela dei beni comuni per tutti/e.

Dossier Expo 2015: Mantova

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[ Scarica qui il Pdf della nostra inchiesta su Expo ]

A poco meno di un anno dall’inaugurazione, Expo 2015 è stato colpito da una serie di scandali giudiziari, ritardi e controinchieste che ne hanno minato la narrazione “positiva”. Anche grazie al lavoro paziente di attivisti sociali e di giornalisti indipendenti, oggi sappiamo che Expo sarà solo una costosissima fiera di medie dimensioni che ha snaturato il tema originario “Nutrire il pianeta, energia per la vita” a suon di precarietà e colate di cemento. Non siamo davanti a poche mele marce, ma ad un collaudato sistema di potere economico e politico che si scambia favori per continuare ad arricchirsi oscenamente in piena crisi: centrodestra e centrosinistra, tutti dentro con le proprie “clientele” imprenditoriali; anche le migliaia di posti di lavoro promessi per Expo infatti, manco a dirlo, si traducono per lo più in stage sotto pagati e volontariato, ossia lavoro gratis, sfruttamento.

Siamo dunque convinti che tutto il pesce Expo 2015 puzzi di marcio, dalla testa milanese fino ad arrivare a Mantova. La crisi morde e viene ripetuto che “non ci sono soldi” per casa, lavoro e beni comuni, ma centinaia di migliaia di euro sono pronti ad essere investiti per l’appendice mantovana dell’esposizione internazionale.
I trecentomila euro che verranno investiti per il padiglione galleggiante, le decine di progetti evanescenti che da un anno sono fermi a “pensierini” e “work in progress”, fanno presagire uno scenario pessimo; una situazione in cui la politica locale, ben raccordandosi a quella regionale, ha dimostrato una discreta dose di cialtroneria che rischia di dare un colpo decisivo alla già fragile situazione economica del territorio.

Come eQual ci siamo già impegnati nella denuncia puntuale delle connessioni tra Milano e Mantova in chiave Expo. Durante la recente tappa mantovana dell’Expo Tour regionale, al mattino abbiamo contestato la passerella di politici sorridenti stando in piazza e informando i cittadini sul problema, mentre alla sera abbiamo portato una “light brigade” tra il (poco numeroso) pubblico dell’Expo-concerto di Davide Van Der Sfroos. Adesso rilanciamo tramite la pubblicazione e la diffusione di questa inchiesta che punta a tracciare il profilo di Expo declinato sulla nostra città.

La sintesi del nuovo modello di società che ci aspetta si regge su tre pilastri: debito, cemento e precarietà in quantità sempre crescenti, e di questo Expo diventa simbolo, attraverso l’utilizzo di risorse pubbliche per profitti privati. Expo arriva, devasta e passa, mentre i debiti e l’impoverimento dei territori rimarranno per i prossimi anni. Per questo tocca a noi tutti smontare e rompere il meccanismo di Expo costruendo un’alternativa fatta di partecipazione, tutela del lavoro e dei beni comuni e dalla difesa del diritto alla città.

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L’invasione delle multinazionali – Stop TTIP

[Appello delle associazioni di Mantova contro la firma del TTIP]

Mentre l’obiettivo è puntato in Brasile in attesa del prossimo gol di Balotelli, o pronto a cogliere l’ennesimo duello dialettico tra Grillo e Renzi, una nebbia silenziosa avvolge un Trattato segreto tra le due sponde dell’Atlantico (TTIP). E’ un puzzle che si sta componendo: un mercato libero, libero da tutti i vincoli che ancor oggi frenano la corsa ai profitti delle multinazionali e delle grandi banche. Giornalisti e cittadini sono tenuti all’oscuro e pare anche le autorità politiche degli stati europei, a differenza delle multinazionali che godono di piena libertà di accesso ai testi del TTIP.

Eppure proprio stati e cittadini sono direttamente coinvolti. Perché il Trattato stabilisce le regole a cui tutti devono attenersi, adattando e modificando le loro legislazioni statali su tutti i campi da cui le multinazionali possono trarre profitto. Chi non si piega verrà trascinato dinanzi a tribunali privati, chiusi al pubblico, che emetteranno giudizi inappellabili e costosissimi. Sono già in azione.
Nella copertina del settimanale Internazionale del 24 aprile scorso si legge “sempre più spesso le multinazionali portano in tribunale gli stati. Vogliono leggi che non ostacolino più i loro affari o risarcimenti miliardari. E vincono sempre”. Cioè: i cittadini pagano sempre. Questa è l’ispirazione del trattato di fronte al quale costituzioni e legislazioni dei singoli stati devono cedere il passo. Già vent’anni fa si è tentato di imporre una libertà di mercato così intesa. Fu proprio la pubblicazione e diffusione dei documenti e la reazione che ne scaturì che congelò quella manovra.
Ecco alcuni esempi di quanto la cosa interessi a tutti.
Alimentazione: liberalizzazione di prodotti USA vietati in Europa: gli scaffali dei nostri supermercati carichi di alimenti geneticamente modificati (OGM), di carne di maiale e manzo trattati con ormoni, di polli disinfettati col cloro, di prodotti tipici italiani copiati altrove, ma senza l’indicazione di provenienza. Potremo sognarci il “compra locale” e il “Km zero”: la loro protezione violerebbe le norme internazionali del libero commercio. E tempi duri per gli agricoltori europei, perché le estensioni medie delle aziende agricole USA sono circa 13 volte più grandi di quelle europee (169 ettari contro 12,6). Dei 13 milioni di coltivatori europei, contro i 2 milioni di americani, quanti perderanno il posto e quante piccole imprese agricole dovranno chiudere?
Ambiente e salute: dopo l’esperienza della “mucca pazza” la Comunità Europea ha introdotto il “principio di precauzione”, cioè che occorre valutare prima le possibili conseguenze negative per la salute di persone e territori. Ora, la libertà pretesa dalle multinazionali implica la facoltà di occupare i territori per produrre gas di scisto con la fratturazione idraulica di rocce e terreni (fracking), da cui derivano gravi conseguenze sanitarie e ambientali (fuoriuscita di gas metano con rischio di esplosioni, elementi radioattivi nei pozzi acquiferi, possibili scosse sismiche localizzate).
Servizio sanitario nazionale: TTIP obbligherebbe gli Enti Pubblici a trattare su un piano di uguaglianza le imprese locali e i gruppi multinazionali, ivi compreso l’accesso ai finanziamenti pubblici destinati ai fornitori. Le grandi imprese avrebbero un vantaggio competitivo sulle nostre di dimensioni inferiori. Così i cittadini contribuirebbero a finanziare le multinazionali per le prestazioni rese al proprio servizio sanitario nazionale.
E il lavoro? L’esperienza del trattato NAFTA, che risale a 20 anni fa, ha prodotto negli USA e nel Messico un incremento di profitti per le élite degli affari, ma un netto peggioramento delle condizioni di lavoro su entrambi i versanti della frontiera e più disoccupazione negli USA.
Sono solo alcuni esempi tra i tanti. Ma che rimane del po’ di democrazia che ancora abbiamo se dovesse passare questo dominio assoluto del mercato, libero solo per le multinazionali, non certo per i cittadini e gli stati? Noi associazioni ci uniamo per rompere il silenzio sul TTIP e chiediamo a tutti coloro che hanno responsabilità politiche, economiche, sindacali e professionali, di far uscire allo scoperto quanto sta accadendo. Subito, prima che sia troppo tardi, perché si parla della chiusura della trattativa e della firma entro l’autunno prossimo. Subito, perché abbia ancora un senso il parlare e il credere che esistono beni comuni che non possono essere consegnati alla voracità ottusa di un profitto senza limiti e privo di umanità.

Emergency; LAV Lega Anti Vivisezione; FIAB; Università Verde; Centro Bruno Cavalletto; Coordinamento soci di Banca Etica; Acqua Bene Comune; eQual; Libertà e Giustizia; ACLI; GAStiglione Alegre; Manto-GAS/Gruppo Acquisto Solidale; Libera; Cooperativa Il Mappamondo

14 giugno: Radici nell’asfalto a Lunetta

8giugnolocaSABATO 14 GIUGNO
dalle 17.30 a LUNETTA (Mantova) – via Calabria (dietro l’ex Palasport)

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RADICI NELL’ASFALTO
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Un pomeriggio a Lunetta tra un orto autogestito nel quartiere, socialità e il gioco sulla Mantova della crisi e del cemento.

➥ Dalle 17.30 verrà presentato il progetto dell’ORTO AUTOGESTITO curato con l’aiuto dei gruppi “Giovani” e “Giovanissimi” del progetto “5 Atti di Giustizia” e cittadini attivi del quartiere.

➥ Dalle 18 partita collettiva a MANTOVOPOLY il nostro gioco su Mantova: si presenta come una specie di Monopoly ma sulle caselle (i quartieri) ci vivi tu; i problemi sono reali, gli imprevisti sono all’ordine del giorno e le probabilità tutte da scoprire.

➥ Durante il pomeriggio pratiche di RIGENERAZIONE URBANA: arte e fantasia per combattere l’abbandono

MERENDA SOCIALE OFFERTA A TUTTI I PARTECIPANTI

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Dallo scorso autunno stiamo portando avanti un intervento sociale nel quartiere. Abbiamo iniziato con l’idea di un orto autogestito dai cittadini e poco dopo è cominciato un percorso di confronto e di condivisione con le associazioni del quartiere: un dialogo intergenerazionale e multiculturale. In questo modo è stato possibile approfondire la conoscenza delle dinamiche, dei pregi e delle vere problematiche del quartiere.

Nell’ultimo decennio I quartieri sono stati sempre più abbandonati dalle istituzioni e i legami sociali sono stati lentamente spezzati; il cemento si è mangiato ettari di suolo lasciando dietortomaggioro di sè palazzine vuote o, peggio, cantieri abbandonati che non vedranno mai un termine.
Rovesciare tutto questo è una sfida importante: ricostruire legami sociali partendo proprio da un orto gestito collettivamente e ripensare il consumo di suolo e la rivitalizzazione delle periferie della città sono pratiche concrete di cittadinanza attiva; significa “mettere radici nell’asfalto”.

Sul tema della speculazione e degli interessi privati a scapito della città come bene comune siamo intervenuti più volte e in modi diversi. Dalla protesta al gioco, dalla proposta all’inchiesta, il nostro impegno per vedere rispettato quel “diritto alla città” calpestato per anni non è mai venuto meno.

Per questo invitiamo tutte e tutti a Lunetta sabato 14 giugno per un pomeriggio di riappropriazione dal basso del territorio: lavoreremo l’orto, ridipingeremo un muro abbandonato e giocheremo ad un gioco che esamina, critica e ripensa la città di Mantova.

30.11: Alternative – con Luca Martinelli

martsmSabato 30 novembre
dalle 18 @ Cartiera Burgo – Mantova

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ALTERNATIVE
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Incontro pubblico per condividere percorsi di cambiamento:  per una nuova finanza pubblica e sociale, per una nuova economia  solidale e per la salvaguardia del territorio e del paesaggio

Con LUCA MARTINELLI (scrittore e giornalista di Altreconomia)

[Al termine dell’incontro, si terrà  una risottata di autofinanziamento organizzata  dai lavoratori in lotta  del presidio Burgo]

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La finanza è uno strumento potente che può servire per estarre ricchezza dalla collettività per destinarla ai mercati o, al contrario, estrarre ricchezza dai mercati per realizzare l’interesse della maggioranza. In quest’ottica semplificata si comprende quale sia stato il meccanismo che ha creato la crisi economica e le politiche di austerity che offrono cure ancora più invasive della malattia. Il mercato che passa sopra le vite degli uomini li riduce a merce, il lavoro non ha più valore e le città diventano terreni di conquista per speculatori, dove privatizzare servizi o edificare quartieri fantasma.

La globalizzazione ci consegna questo scenario diffuso, ma nel territorio italiano abbiamo raggiunto livelli di allarme che appaiono spesso senza ritorno. Anche nel Mantovano interi pezzi di territorio sono stati cementificati senza senso, il lavoro viene continuamente precarizzato o delocalizzato; si privatizzano i beni comuni come i servizi pubblici e l’acqua a dispetto delle scelte dei cittadini: la DEMOCRAZIA stessa ne esce mortificata, schiacciata dalle solite “esigenze” di tipo economico. Per questi motivi, la finanza pubblica diventa uno strumento fondamentale. Ed è per questo che noi dobbiamo lavorare per ri-appropriarcene, con un approccio trasformativo.

Al centro della “nuova geografia” di Mantova al tempo della crisi c’è la CARTIERA BURGO, dove da quasi un anno i lavoratori hanno occupato la mensa aziendale trasformandola in un laboratorio resistente per l’alternativa. Qui ci incontreremo sabato 30 novembre per condividere conoscenze, idee e riflessioni per iniziare a costruire il cambiamento. Parteciperà LUCA MARTINELLI, scrittore e giornalista di Altreconomia, che ha appena pubblicato una nuova edizione del testo “Salviamo il paesaggio” su cui, tra gli esempi di gruppi locali, compare anche il contributo di eQual con il dossier cemento/casa e il materiale grafico realizzato nell’autunno del 2012; il 30 novembre sarà un momento importante anche per riflettere sul debito e sulla Cassa Depositi e Prestiti, tema sul quale Luca Martinelli ha appena mandato in stampa l’altro libro,La posta in gioco“, scritto a 4 mani con AntonioTricarico: ragionamenti “altri” per smontare la trappola del debito e delle politiche di austerità e per costruire una campagna di riappropriazione della ricchezza sociale.

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Aderiscono/sostengono l’evento:

– Network Studentesco
– Coop Il Mappamondo (MN)
– Comitato acqua Mantova
– Coordinamento locale dei soci di Banca Etica della provincia di Mantova
– Centro Bruno Cavalletto

* (Per informazioni e prenotazioni riguardanti la cena manda una mail o chiama al 339-1885681)

Una splendida serata – 23 marzo

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Come gruppo eQual ci teniamo a ringraziare tutti i partecipanti e le partecipanti per la loro presenza all’incontro di sabato 23 marzo. Un grazie  a Luca Martinelli per il suo lavoro di indagine, analisi e comunicazione che ci ha permesso di approfondire quei temi di cui ci occupiamo sul territorio a Mantova, ma che sono al centro del dibattito e degli interessi speculativi in tutta Italia. Un grazie a Marco Remondini per l’emozione che riesce a trasmettere con la musica, per la disponibilità e soprattutto per la pazienza. Ultimo, ma non per importanza, un ringraziamento alla Coop. Bioanch’io che ci ha messo a disposizione i suoi locali.

Una splendida serata: A PRESTO!

23.3 #Altro: unaltrolavorounaltracittàunaltrofuturo

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Sabato 23 marzo
dalle 18.30 @ Bio Anch’io
(via Amendola, 19 – Mantova)

#ALTRO
unaltrolavorounaltracittàunaltrofuturo

Dopo quasi un anno di attività, il gruppo eQual invita ad #Altro, una serata di approfondimento, socialità e musica. Al tempo della crisi si diffondono rassegnazione e incapacità di reagire: adesso come non mai è invece necessario iniziare a esigere #altro; semplificando, si potrebbe dire che c’è bisogno di un altro lavoro (inteso come dignità e diritti), di un’altra visione della città…di un altro futuro.
In un anno di attività eQual ha operato su diversi temi, intervenendo sui nervi scoperti della società: la solidarietà tra lavoratori, i beni comuni e il diritto alla mobilità, le politiche di gestione del territorio connesse soprattutto alla speculazione edilizia e al diritto all’abitare.
Da queste premesse nasce l’idea di collegare questi punti e discuterne in un evento pubblico di approfondimento: ospite della serata sarà Luca Martinelli, redattore della rivista Altreconomia.
La serata continuerà con l’esibizione di Marco Remondini che seguirà un percorso musicale tra lotte e rivendicazioni interagendo col pubblico.
Durante la serata verrà allestita una aperi-cena a sottoscrizione per sostenere le spese di organizzazione dell’evento.

L’evento è ad ingresso libero.

eQual
gruppo di iniziativa sociale